La Caduta (l’ultimo canto) Il concept album del progetto Pluhm. Cinque brani lunghi circa mediamente otto minuti, separati tra loro da brevi intermezzi di circa quaranta secondi.
La Caduta ‘l’ultimo canto’: un concept introspettivo?
Il tema principale è la dissociazione. La disconnessione tra mente e realtà, la perdita della capacità della mente di elaborare e percepire il mondo circostante, che infine si traduce con la vera perdita dell’io interiore, non del proprio corpo ancora presente come mero oggetto fisico.
In “Tra le tracce di memoria rimaste cercavo” (il brano più lungo ed elaborato) il suono sembra quello di una chitarra distorta al rallentatore che si muove nel deserto di una mente ormai perduta. Questo viaggio nell’ignoto trova la sua fine in “Sepolto dal niente”, una sorta di cupa sinfonia di synth oscuri e spietati. Mere note che fluttuano, proprio come da titolo nel nulla di ciò che è rimasto, e si chiude infine in una breve composizione di piano: forse l’unica speranza che, in fondo, tutto ciò non sia davvero una fine. Un album che si crea delle domande, cercando risposte spesso oscure e spietate ma mai lontane dalla realtà.
Una caduta o un canto?
Potremmo dire che sia il canto di una caduta, del resto chi meglio di un caduto può cantare la rinascita a nuova vita? Questo è un album esistenziale, di rottura con il mondo convenzionale dove le regole del mercato sono più importanti del mercato stesso. Questo è un album che parla all’essere umano e no accetta mutismo o una via di fuga. Consigliato a menti brillanti.