“Basta che torni” è l’autobiografia del celebre attore e personaggio televisivo Francesco Arca. Pubblicato da Mondadori Editore, il libro è uscito in tutte le librerie il 19 Marzo 2024, in occasione della festa del papà. Una data simbolica per tutti i padri d’Italia e un chiaro omaggio al padre scomparso quasi trent’anni fa.
Basta che torni, una frase che cambia la vita?
Si! La risposta è sicuramente positiva. Una frase cosi semplice, eppure cosi significativa. L’autobiografia, pubblicata il 19 Marzo scorso, è davvero splendida, emotivamente toccante e lascia un senso di tristezza e malinconia nel lettore. Francesco Arca, nella sua adolescenza, ha subito un dramma. Forse il termine più giusto sarebbe un incubo, da cui come lui stesso ha affermato, è stato estremamente difficile uscirne. Nel Novembre del 1995 suo padre Silvano, durante una battuta di caccia, perse la vita. Arca aveva solo 16 anni. Come descrive lui stesso nel libro, ha vissuto diverse fasi del dolore. L’elaborazione di questo tragico evento nella sua vita inizia con la negazione. Nel corso del tempo questa prima emozione subirà cambiamenti e trasformazioni. Arca descrive come la rabbia, la malinconia, la tristezza e il profondo senso di ingiustizia abbiano preso il sopravvento nella sua vita. Con non poche difficoltà riesce ad arrivare alla fine di un percorso difficile e psicologicamente forte. Qui troviamo semplicemente la serenità, giunta dopo aver compreso la portata della perdita ed aver abbracciato finalmente il presente. Questo “presente” si chiama famiglia e amore.
Francesco Arca e il rapporto con il padre
Possiamo notare quanto il dolore, ad oggi, sia ancora una parte costante e presente nella vita di Arca. L’accettazione del dolore, infatti, non implica la totale scomparsa di esso. Il noto attore ha descritto chiaramente le sensazioni che lo hanno accompagnato nella sua vita, dopo la scomparsa del padre. Nei vari capitoli, presenti all’interno dell’autobiografia, possiamo trovare due parti. Nella prima troviamo semplicemente le descrizioni della vita quotidiana dopo il tragico evento. Nella seconda parte, invece, Arca scrive un dialogo epistolare immaginario con il padre. Qui riusciamo a trovare la parte più toccante e i rimorsi che pervadono da sempre l’autore. Semplici gesti incompiuti, parole non dette e gesti della vita quotidiana che non torneranno più, lasciano spazio alle parole di dolore che Arca ha saputo perfettamente descrivere. Un’autobiografia toccante, forte e piena di sentimenti che non potrà lasciare impassibile il lettore. Tantissime emozioni attraversano chi si immerge in questo libro. “Basta che torni”, una frase tanto emblematica nella vita di Arca, non può che lasciare anche a noi una sensazione di vuoto costante. Consigliamo la lettura di questa toccante autobiografia, in quanto tralascia i classici stereotipi per abbracciare emozioni non sempre positive, ma del tutto vere e autentiche.