Biennale Teatro: Leone d’oro a Back to Back

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Biennale Teatro

– Con il Leone d’oro alla carriera al gruppo australiano Back to Back Theatre, la Biennale Teatro 2024 ha portato sul palcoscenico mondiale la per la prima volta una compagnia con disabilità.

Biennale Teatro: il cuore sul palco

E’ stato il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, a consegnare il prestigioso riconoscimento oggi nel corso di una cerimonia a Ca’ Giustinian al regista e direttore artistico Bruce Gladwin e ai suoi attori diversamente abili. A leggera le motivazioni del Leone d’oro sono stati Stefano Ricci e Gianni Forte, direttori del 52/o Festival Internazionale del Teatro. I corpi in scena diversamente abili dei Back to Back disintegrano “con ferocia poetica ogni pregiudizio, ogni stigma di compassione: se il corpo ha limiti espressivi, tali demarcazioni in scena diventano a loro volta grammatica differente”, hanno spiegato Ricci e Forte, sottolineando come la compagnia di disabili cognitivi fondata nel 1987 e che ha sede a Geelong, centro dello stato australiano di Victoria, propone un “percorso di apertura verso la comunità, come possibilità di incontro con il territorio: l’arte diventa ponte tra sé e il mondo”.  

Le nostre paure, le puritane tolleranze: recitano ancora le motivazioni del Leone d’oro

“Le nostre paure, le puritane tolleranze, la cecità morale vengono soffiate via dalle fiabe crudeli dei mondi perigliosi dei Back to Back Theatre, dove la diversità è portatrice di amplificazione di conoscenza, di inclusione, per curare le deformità di consapevolezza di noi apparenti abili. Il teatro dei Back to Back diventa dunque, oltre all’alto pregio artistico intrinseco, un motore di identità nell’ascolto di una voce fuori dal coro. La comprensione e il rispetto di qualcosa di differente dai nostri modelli di rappresentazione sociale. La possibilità di costruire le fondamenta di una rinnovata relazione e consegnare a noi – inabili – la chiave per comprendere le nostre ridotte capacità di interazione collettiva. Perché qualunque limitazione una persona possa sentire, spetta a noi in quanto consorzio umano il doverla rimuovere; questo fa la Cultura, questo è il Teatro da meritare, questo e molto altro è il Back to Back Theatre”. 

Biennale Teatro

Bruce Gladwin, accettando il Leone d’oro, a nome della sua compagnia teatrale, ha dichiarato: “Ringrazio il presidente Pietrangelo Buttafuoco e i direttori Stefano Ricci e Gianni Forte per aver concesso questo omaggio al nostro lavoro. La Biennale di Venezia è una istituzione culturale straordinaria ed è con grande onore e immensa gioia che accettiamo questo premio. Noi tutti siamo orgogliosi della ribalta internazionale che ci offre la Biennale di Venezia”.  

Attori visibilmente commossi

Gli attori Simon Laherty, Sarah Mainwaring e Scott Price, visibilmente commossi, si sono passati di mano in mano la statua del Leone d’oro tra grida di gioia, lacrime e applausi, rendendo oltremodo toccante la cerimonia. “Siamo felicissimi di questo premio, torniamo in Australia carica di tanti emozioni e tanta gratitudine verso l’Italia”, hanno commentato. “Il teatro ci apre le ali ogni volta che recitiamo e grazie alla Biennale di Venezia ora voliamo ancora più in alto”, hanno aggiunto. “Vincere il Leone d’oro è come vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Vincere un premio obbliga a ricominciare da capo per fare sempre meglio”. “Il Leone d’oro consegnato a noi fa parte di quel cambiamento necessario e sono convinto che aiuterà a una maggiore comprensione – ha sottolineato Gladwin – La comunità italiana dimostra di essere avanzata nell’affrontare le tematiche dell’handicap”.  

Biennale Teatro: l’arte del cuore

La compagnia australiana Back to Back Theatre, che vanta 22 riconoscimenti collezionati nell’arco di oltre trent’anni, ha presentato in prima italiana al Teatro Piccolo Arsenale di Venezia lo spettacolo “Food Court”. A metà tra la performance e il concerto, “Food Court” porta in scena tre attrici – Sarah Gonion, Tamika Simpson, Sarah Mainwaring – insieme alla jazz band The Neck, per raccontare una storia di bullismo e rinascita. “Per tanto tempo è sembrato che le persone con disabilità giocassero a fare le vittime – ha spiegato Bruce Gladwin – In ‘Food Court’ volevamo creare un’opera in cui un attore con disabilità interpretasse un personaggio capace di fare del male. ‘Food Court’ non punta a raccontare la disabilità. Ma solleva la domanda: i personaggi ritratti sono disabili o no?” 

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