Fulvio Di Chiara, pseudonimo dietro cui si celano i due autori Chiara Nervo e Fulvio Tango, pubblica per Blitos Edizioni 2023 il romanzo “I diavoli di San Lorenzo”, il 14 dicembre 2023. Il volume esce dopo “La forma del delitto” e gli autori prevedono già la pubblicazione di un terzo libro.
Cos’è “I diavoli di San Lorenzo” di Fulvio De Chiara?
Il romanzo “I diavoli di San Lorenzo” è scritto da Fulvio Di Chiara, pseudonimo dietro cui si celano i due autori Chiara Nervo e Fulvio Tango. Gli autori ci portano a Torino, città dove è ambientata la storia che raccontano. Si tratta di un mistero che è legato alla Chiesa San Lorenzo, che presenta otto diavoli che guardano dall’alto, creati dall’incrocio delle volte della cupola.
Torino è rappresentata dagli autori come la città che fa parte del triangolo della magia bianca e della magia nera. E il lettore non può fare a meno di soffermarsi sulla Chiesa, strana in qualche modo, sia per come si presenta la cupola all’interno, sia per la figura di Don Zeno Ripoldi e le sue risoluzioni teologiche che potrebbero avere il sapore di eresia.
Inoltre, nelle pagine il lettore è colpito anche dall’oscura associazione, La Confraternita della Carità, e i suoi adepti.
Quali migliori ingredienti per il mistero dell’omicidio su cui il commissario Sanfilippo deve indagare, con l’aiuto dei suoi bizzarri amici Sandro e Vittorio?
La cupola della Real Chiesa San Lorenzo a Torino
La cupola della Chiesa di San Lorenzo si trova in Piazza Castello, a Torino. E’ stata progettata da Guarino Guarini. E la cupola, ad archi intrecciati, fu eretta tra il 1670-1679.
Si presenta con un intreccio di strutture articolate su tre ordini sovrapposti e presenta coppie di archi incrociati che riprendono il motivo dell’ottagono. La particolarità è la grande stella a otto punte che si crea. E al centro l’ottagono regolare della lanterna.
L’effetto ottico che si origina anche dalla luce che entra dalle finestre permette di dare il carattere misterioso alla struttura della cupola e al modo in cui essa si sorregge. Dunque, tutto appare vero. Ma anche illusorio.
Il luogo del mistero scelto da Fulvio De Chiara
In questa struttura, gli autori del libro offrono una Torino misteriosa e magica. Infatti, le finestre più grandi della cupola, viste in una certa angolazione, creano l’immagine di volti demoniaci con lo sguardo minaccioso. E questi guardano l’osservatore. Non è una casualità. Bensì, il Guarini ha espresso il suo pensiero. Ha posto il bene e il male, e che l’uno non esiste senza l’altro, e chi cerca il bene vivrà dubbi e tentazioni finché, a suo dire, lo sguardo fiducioso verso la ‘luce’ eleverà al bene.
Quale luce aiuterà il commissario per risolvere il caso?
Dal libro
“Ho una missione da compiere, combattere la fame e la povertà nel mondo, è il Signore che me lo chiede. È per questo che devo servirmi di tutti i mezzi a mia disposizione per adempiere al mio dovere nel migliore dei modi, anche di questo piccolo contrattempo della telefonata. Però non voglio che tu veda la cosa come un volgare ricatto. Io voglio che tu, Emanuele, capisca la necessità e l’importanza di fare davvero quelle donazioni alla nostra confraternita, è il Signore che te lo chiede, non don Zeno, e al Signore non si può sbattere la porta in faccia. Io a quel punto ho fatto per dire qualcosa, ma lui mi ha prevenuto e ha aggiunto: conosco la tua passione per il gioco a cui non riesci a rinunciare, tutti quanti siamo così, il Male è una componente di ogni uomo, come di ogni altra cosa. Ma noi possiamo costringere il Male che è in noi a servire il Bene. Comunque io ti darò qualcosa da spendere nelle sale di tanto in tanto. Cifre modeste naturalmente, in modo da permetterti di tenere a bada la tua inclinazione al vizio del gioco senza indebitarti e senza che la nobile causa della confraternita ne risenta troppo”.
Commento al libro “I diavoli di San Lorenzo”
Il libro è un giallo dove la linea tra il bene e il male è sottile, il sacro e il profano si mescolano. E quindi spicca Don Zeno, secondo cui il bene e il male convivono, in quanto servono l’uno all’altro. E’ lui che viene assassinato. Ed è in questa cornice che Chiara Nervo e Tango Fulvio ci presentano La Confraternita della Carità che ha l’obiettivo di contrastare la povertà. Ma i suoi adepti sono avvolti nel mistero e creare domande in chi sfoglia il libro. Tra questi potrebbe nascondersi l’omicida? Da qui il commissario, insieme a Sandro e Vittorio, risolverà il caso, non senza colpi di scena.
Chi è Fulvio Di Chiara?
Fulvio Di Chiara non esiste, almeno non come persona in carne e ossa. E’ lo pseudonimo dietro cui si celano due autori: Chiara Nervo e Fulvio Tango, uniti anche nella vita.
Chiara Nervo nasce a Torino nel 1979. Si laurea al Politecnico di Torino in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Attualmente lavora in una grande azienda come software engineer.
Sin da ragazza coltiva la passione per il disegno e la pittura. Alla scrittura ci arriva più tardi, quando trasferisce dal pennello alla penna la sua capacità di cogliere la complessità del reale nelle singole immagini “che nell’attimo celano l’eterno”. Così Chiara porta avanti le sue storie, immagine dopo immagine, dipingendo con le parole la realtà esteriore e interiore dei personaggi che crea, fino a che il quadro è completo.
Fulvio Tango nasce nel 1975, è laureato in Filosofia con indirizzo Socio Antropologico e in Scienze Religiose. Attualmente lavora come docente nella scuola media.
Lettore compulsivo sin da giovanissimo, si cimenta però con la scrittura solo da alcuni anni. Nelle sue storie alterna situazioni comiche a eventi drammatici, passando dalla commedia al dramma e viceversa, come fossero due facce della stessa medaglia.
Chiara e Fulvio sono compagni nella vita. Hanno deciso di scrivere insieme perché condividono la passione per il giallo che sconfina nella commedia sullo stile di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, di Andrea Camilleri e più recentemente di Christian Frascella.
Presto hanno scoperto che i loro stili si incastrano perfettamente, tanto che, alla fine della stesura del romanzo, loro stessi non sanno più dire quali parti ha scritto l’una e quali l’altro. Scherzando (ma non troppo) sostengono che un’entità a turno li possiede e manda avanti la storia.
Chissà che, in fin dei conti, Fulvio Di Chiara non esista davvero.
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