Mille Balene, di Fabio Fiorina è il miglior romanzo marinaresco degli ultimi anni. Intenso, introspettivo, acido, duro, lisergico. In questo romanzo c’è lo spirito dell’uomo.
Mille Balene è il miglior romanzo marinaresco degli ultimi anni?
Si! Negli ultimi decenni è inarrivabile. La conoscenza della sacralità della scrittura spesso ci spinge ad essere comuni. Riconosco il profumo della santità della penna con la quale ogni parola prende forma, volto, circostanza e storia. Fabio Fiorina anche con quest’ultimo romanzo non inganna il proprio lettore: la lotta eterna tra angeli e demoni resta il punto focale del romanzo, sebbene la stessa prenda una connotazione differente. Di fatto una metamorfosi che esprime se stessa con un’ulteriore metafora, forse essa più spirituale che letteraria: mille balene. Un romanzo storico che ha la pretesa meritata di essere l’avvento di una costante ricerca di Dio nell’ira demoniaca della violenza, del compiacimento della stessa e dell’aspirazione al perdono celeste. Che cosa rappresentano, allora, le mille balene di cui l’autore parla, tanto da divenire il titolo dell’opera stessa?
Il fondale della vita
Le mille balene uccise sul fondale sono la presentazione e la rappresentazione dei peccati che ogni uomo vorrebbe seppellire; che si tratti di sotto terra o in fondo all’oceano, poco importa… i personaggi del romanzo vorrebbero redimersi da ogni male commesso, sebbene al contempo, non siano in grado di fermare la loro follia dilagante. Divenuta l’antagonista benevola delle vite narrate, si fa parte importante non solo delle caratteristiche dei personaggi, bensì del romanzo stesso. La violenza subita, non perdonata, evoca una moltitudine
di episodi di vendetta che richiamano la violenza come madre delle madri; un circolo vizioso rappresentato dai molteplici inganni del diavolo che tesse la sua tela fra coscienze reiette. Tutto scorre alla perfezione sul filo indelebile e sottile della perversione. Elemento fondamentale che scaturisce dai costanti demoni che, di notte, bussano alla loro porta. In quel momento nascondersi, pregare o redimersi servirà a poco: gli spettri delle mille balene saranno fuori dall’uscio ad aspettarli.
Mille Balene
“Mi chiamo Geremia Picott, sono nato nel 1700 a Lewes nel Delaware. Ho vissuto in mare quasi tutta la vita, e ora, al termine dei miei giorni, ormai alla soglia dei novant’anni, vi racconterò di fatti avvenuti tra i lamenti del mare e gli scricchiolii della Thousand Whales: la mia baleniera. Fatti tatuati nelle mie vene, nella mia anima e in quelle dei miei compagni di avventura, gli sfregiati delle onde. Mai dimenticherò i
loro volti, le loro voci e le loro grida. Maldestra è la notte che si presenta con i suoi scheletri vestiti di nero, fantasmi tintinnanti di sangue e pregiudizio. Perseguitatori di anime e vagabondi su bare di legno ricavato dalla quercia, duro come duri sono i peccati che vengono a sputarti in faccia, nelle notti velenose e puzzolenti di mare in tempesta…”.