A Villa Adriana i cowboy e le rovine di Roma

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A Villa Adriana i cowboy

A Villa Adriana i cowboy di Ancarani ridestano l’antica Roma. Sono immagini che non passano inosservate quelle raccolte dall’artista e regista Yuri Ancarani (Ravenna, 1972) in ‘Si Fas Est, Superare Divos’, personale allestita presso i Mouseia del parco archeologico di Villa Adriana fino al 6 ottobre.

A Villa Adriana i cowboy…

Corpi di giovani uomini nel pieno delle forze cingono i volumi statuari di busti rappresentanti l’Imperatore Adriano con una sensualità inaspettata che infittisce le trame della storia. Indossano abiti da cowboy consumati dal tempo, cinture in pelle e cappelli a tesa larga, ma i loro volti spavaldi, i tatuaggi e gli orecchini tradiscono una consapevolezza che hanno del contemporaneo.

Un omaggio

Scattate durante le riprese di un video con cui Ancarani vuole rendere omaggio al compositore, musicologo e direttore d’orchestra italiano Ottorino Respighi (1879-1936), tra le maggiori influenze delle colonne sonore e al maestro Ennio Morricone per gli iconici spaghetti western di Sergio Leone, queste fotografie assorbono gli spettatori in un’atmosfera soprannaturale. Ispirati alle vicende che vedono ‘il divo Adriano’ emotivamente legato all’amasio Antinoo, gli scatti ne traducono la complicità in un provocatorio ritratto della dimensione maschile.

A Villa Adriana i cowboy

Realizzata grazie al sostegno di Strategia Fotografia 2023 e promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, la mostra, a cura del direttore dell’Istituto di Villa Adriana e Villa d’Este, Andrea Bruciati, riflette la duplice eredità culturale di Roma in quanto “capitale storica dell’Impero e uno dei centri cinematografici più famosi al mondo“, spiega Ancarani. 

L’Accademia di Santa Cecilia e…

Traendo spunto da una sua recente collaborazione con l’Accademia di Santa Cecilia, tra le orchestre musicali più influenti di sempre, l’artista ha reinterpretato la versatilità incalzante della trilogia romana di Respighi in un progetto visivo che svela l’inaspettata connessione “tra le rovine di Roma e le rovine di Cinecittà“. Proprio a Tivoli, le cui montagne hanno prestato lo sfondo ai capolavori di Leone, “mi sono reso conto che le colonne sonore del genere western, e non solo, devono tutto alla ricerca di Morricone, aggiunge l’artista. Per raccontare un territorio che è tra il Messico e gli Usa non ha attinto dalla musica country, ma dalla lezione della sinfonia italiana“.

Nell’evidenziare come, ancora una volta, personaggi, influenze e mondi apparentemente sconnessi tra loro ci riportino alle leggende di Roma, Ancarani restituisce alla capitale la capacità di trasportarci con sé verso universi altri, celebrando la forza creatrice della nostalgia.

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