Gli artisti viventi più quotati al mondo in realtà sono una bufala

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Gli artisti viventi più quotati al mondo

Scopriamo insieme chi sono gli artisti viventi più quotati al mondo, cioè quelli che governano in qualche maniera il mercato dell’arte. Ovviamente questo non determina la maestà del loro talento ma soltanto il favore del mercato, infatti, dal mio punto di vista, tutti loro sono una enorme bufala.

Gli artisti viventi più quotati al mondo

David Hockney, Damien Hirst, Banksy, Soulages, Andreas Gursky, Jeff Koons e Yayoi Kusama sono solo alcuni dei più grandi e influenti nomi dell’arte contemporanea. Questi si dividono il mercato a colpi di cifre senza precedenti nelle aste più importanti del mondo, muovendo cifre nell’ordine di milioni di dollari. Mentre molti artisti hanno raggiunto la fama solo postumi, questi sono riusciti a godere di un enorme successo. Ma io continuo ad essere dell’opinione che, non necessariamente siano i più bravi. Spesso, dietro ad un grande mercato dell’arte, vive la capacità di fare affari. Creare l’attrazione fatale verso un prodotto spesso è una questione psicologica e cioè: di come agisce la pubblicità nel mondo dell’arte.

Gli indiscutibili?

1. Jeff Koons. Questo tizio, quotatissimo e ritenuto il più comprato crea l’arte con il palloncini. Pensare che questo tizio sia l’artista contemporaneo più bravo è ridicolo e chi lo definisce tale è vittima della propaganda artistica. Considerato l’erede di Andy Warhol, nel saper valorizzare gli effetti della massificazione e nell’ottenere il consenso del pubblico. Il più significativo è stato nel 2019, quando la sua scultura “Rabbit” è stata venduta per 91,1 milioni di dollari da Christie’s, diventando l’opera d’arte più costosa mai venduta da un artista vivente. Koons ha anche collaborato con numerosi brand di lusso e marchi commerciali, come Louis Vuitton, BMW e Kiehl’s continuando a esplorare i confini tra arte e commercio. Già il fatto che sia considerato l’erede di un non artista, così definisco la bufala Warhol, soltanto un mistificatore di poster e lattine di coca cola riutilizzate… niente di più e niente di meno, una grande operazione di mercato della pseudo sinistra americana degli anni 60/70, dovrebbe far comprendere che questo Koons è una bufala.

Gli artisti che fanno ridere i polli

Massificatori di propaganda social e media, sviluppano la loro non arte attraverso trucchetti psicologici di altissimo contenuto bufalino. Sono soltanto questo! Venditori di orologi a cucù magari stilizzati e verniciati con i colori dell’arcobaleno. L’artista inglese, Damien Hirst, al numero 2, niente popò di meno mette gli squali trattati in una teca. Minchia che arte! Appunto, tra le sue opere più celebri, troviamo le serie di animali in formaldeide, come lo squalo in “The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living” del 1991 e i suoi dipinti di punti colorati noti come “Spot Paintings”, di cui ha prodotto più di 1.000 dipinti dal 1986 ad oggi.

Non sanno nulla… solo propaganda

Questi tizi non sono artisti ma assembratori del nulla. Rigattieri di ciò che hanno intorno, sono artisti come io sono Batman. Il loro rapporto con l’arte si riduce ad una serie di assemblati ben organizzati che vengono spacciati come capolavori. Tutto questo si chiama mercato, pubblicità, propaganda, organizzazione social e media. Di scuola dell’arte, di emozione o vibrazione sensoriale non c’è nulla. Pensateci! Spesso siamo soggetti ad essere soggiogati mentalmente da una serie di capolavori mediatici. Solo una cosa riconosco a questa gente: la fortuna di aver avuto investitori che più che puntare sulla loro arte, hanno puntato sulla possibilità di massificarla. Questo però, conferma in pieno la mia teoria: soltanto un giocattolo ben confezionato si può massificare e rendere prodotto da mercato. L’arte è un’altra cosa e voli lo sapete bene.

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