Scatti rubati di coppia: negli spazi della fondazione svizzera Iwan Schumacher e Peter Pfrunder organizzano un’esposizione che cerca di restituire l’autenticità e la verità di ciò che può accadere tra due persone.
Scatti rubati di coppia alla Fotostiftung Schweiz
Si legge sul sito della Fraenkel Gallery, a proposito di una mostra di Diane Arbus che l’autrice è stata una delle prime a riconoscere che “quando viene posta una cornice fotografica intorno a due individui, immediatamente si crea un certo tipo di relazione“. Molte sono le mostre che hanno indagato il rapporto tra l’arte e la coppia, intesa sia come soggetto dell’opera, sia come diade creativa. La fotografia ha subìto particolarmente questa fascinazione: si tratta infatti di un soggetto presente sia negli album di immagini storiche sia su Instagram. Esistono addirittura siti di studi professionali che forniscono istruzioni dettagliate, con tanto di video tutorial. Tutto per realizzare una perfetta fotografia di coppia. La seduzione esercitata dalla congiuntura di due individui davanti all’obiettivo fotografico sembra essere intramontabile.
Ciò che indaga la mostra
È ciò che indaga la mostra ‘Paare/Couples’, visitabile fino al 6 ottobre nella Fotostiftung Schweiz. Nasce dall’incontro tra due curatori: uno è il regista Iwan Schumacher, collezionista di fotografie, l’altro è Peter Pfrunder, direttore dellaFotostiftung Schweiz. Da tempo voleva realizzare un’esposizione con immagini di questo tipo. Gli scatti esposti sono fotografie spontanee, a volte rubate, che cercano di restituire l’autenticità. La verità di ciò che può accadere tra due persone che stanno condividendo un momento di intimità e complicità. Il visitatore incontra coppie giocose e impegnate a corteggiarsi, coppie innamorate e coppie disperate, o coppie disorientate, immerse in un’atmosfera di solitudine.
Scatti rubati di coppia
Immagini a volte misteriose, che ci spingono a cercare le storie nascoste oltre l’evidenza della superficie, tra le pieghe di gesti e volti muti. Non è importante conoscere i nomi delle coppie ritratte, quanto la loro capacità di innescare dei movimenti empatici, il loro essere epifanie minime, preziose rivelazioni che vanno oltre la documentazione di un momento. Come si legge nel comunicato stampa, infatti, questa “non è né un’analisi storica né sociopsicologica dei rapporti di coppia in un contesto fotografico. Si tratta piuttosto di una presentazione ludica, fatta di associazioni, allestita da due amanti dell’immagine fotografica: i fotogrammi, ognuno dei quali sembra provenire da un film diverso, possono essere rimontati per creare qualcosa di nuovo“.