(Adnkronos) – Un Leone d’oro negato per motivi politici. Marco Bellocchio, ospite alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare il suo corto fuori concorso ‘Se posso permettermi – Capitolo II’, rievoca un aneddoto che risale al 1965, quando il suo film ‘I pugni in tasca’, venne rifiutato dall’allora direttore del festival, Luigi Chiarini. “La prima volta Chiarini rifiutò ‘I pugni in tasca’ perché ai tempi i direttori decidevano politicamente”, racconta Bellocchio. “Aveva deciso che Luchino Visconti dovesse avere il Leone d’oro e lo ebbe per ‘Vaghe stelle dell’Orsa’. Però due anni dopo mi invitò per ‘La Cina è vicina’ che fu premiato. A quei tempi la politica aveva una capacità dominatrice”.
Bellocchio e la polemica
Una riflessione ironica e profonda sulla figura del ‘perdente’ che racchiude un omaggio al fratello scomparso, Piergiorgio. ‘Se posso permettermi – Capitolo II’, ambientato nella casa di famiglia a Bobbio, racconta la storia di Fausto, un uomo immobile e apatico alle prese con una serie di visite surreali. “Il personaggio di Fausto – racconta Bellocchio – mi ricorda tanto mio fratello, Piergiorgio, scomparso da alcuni anno proprio per la sua capacità di non integrarsi mai. Ha rifiutato di iscriversi all’albo dei giornalisti ed è morto senza una lira di pensione, fuori dalle Istituzioni un po’ come il personaggio di Fausto”.
La trama
“Fausto – spiega Bellocchio – è un perdente che ha dei valori intellettuali e di studio che condivido perché tiene in vita grandi italiani del passato, come Dante e Pascoli e Leopardi e tanti altri sui quali anch’io mi sono formato”. Quanto alle riprese “è stato un gioco molto divertente. I temi erano profondi ma il piglio, il tocco è venuto per caso, con gli attori che hanno dato una loro breve ma intesa disponibilità. Per me sarà una bella esperienza vedere questo film in una grande sala con il pubblico”. Il corto è stato girato a Bobbio nella casa di famiglia Bellocchio: “è la casa vera dove io ho trascorso la mia infanzia, quando si facevano le vacanze da quando finiva la scuola fino a settembre”. Nel cast Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Rocco Papaleo, Giorgia Fasce, Filippo Timi, Pier Giorgio Bellocchio, Fabrizio Gifuni ed Edoardo Leo.
La prima volta di Edorado Leo con Bellocchio
Per Edoardo Leo è stata la prima esperienza con il regista: “sono stato felicissimo di partecipare e vedere Marco lavorare con i ragazzi dando loro la possibilità di intervenire e condividere idee”. E per la giovane attrice Giorgia Fasce, girare con il regista “è stato un sogno”. Entusiasmo condiviso anche da Fausto Russo Alesi, interprete di Fausto: “Il primo corto è nato 4 anni fa e non sapevo come sarebbe andato avanti. Ogni volta c’è grande libertà durante le riprese. È stato magnifico poter creare con questa situazione liberatoria di fare cinema”. E il regista non chiude alla possibilità di un terzo capitolo della storia. Durante la conferenza stampa è stato consegnato ufficialmente al regista il Premio Robert Bresson. “Di tutte le belle parole spese mi piace sottolineare lo sguardo libero di Marco nei confronti del mondo e della realtà con un impegno reale nell’andare a fondo nelle cose, andando sempre oltre”, afferma Davide Milani, presidente dell’Ente dello Spettacolo e direttore della Rivista del Cinematografo che ha conferito il premio.
Le parole di Marco Bellocchio
Il regista fa il punto anche sulla tanto attesa serie tv dedicata ad Enzo Tortora, confermando che le riprese inizieranno tra poche settimane. “È una situazione molto complessa”, sarà una sfida “mille volte più complicata” dell’ultimo cortometraggio, ha ammesso Bellocchio, senza però svelare dettagli sul cast che interpreterà la vicenda umana e giudiziaria del celebre conduttore televisivo, ingiustamente accusato di camorra. Sulla serie su Tortora “siamo proprio all’opposto: questo corto è stato fatto con leggerezza e divertimento in 5-6 giorni. Per la serie dovremmo iniziare le riprese tra 2-3 settimane ma è mille volte più complicato”.
(Dall’inviata Loredana Errico)