A tracciare il filo rosso della nostra seconda giornata del Festival di Film di Villa Medici 2024 sono due pellicole d’archivio, entrambe in competizione, che riflettono sull’importanza della preservazione e della memoria. Ecco le nostre impressioni su A FIDAI FILM e È A QUESTO PUNTO CHE NASCE IL BISOGNO DI FARE STORIA .
A FIDAI FILM, di Kamal Aljafari (2024)
“Perchè non fanno attenzione a noi?”
“Perchè dovrebbero?”
“Perchè siamo qui.”
“Qui dove?”
Siamo nel 1982. In Libano l’esercito israeliano invade Beirut e rade al suolo il Palestinian Research Centre, nato nel 1965 a opera dell’OLP per archiviare la memoria audiovisiva del popolo palestinese. Prima di farlo però sequestra documenti, testi e immagini che raccontano la storia della Palestina a partire dai cinquant’anni precedenti.
Ecco che nel 2024 Kamal Aljafari recupera i materiali d’archivio e ricostruisce la storia, rimodellando e incastonando i vari elementi, come a creare un puzzle. Filmati documentaristici, tecniche sperimentali e lettere: con un montaggio variegato, il regista alterna riprese a colori ad altre in bianco e nero, il silenzio al canto, il suono dei bambini per strada ai rumori della guerra, i video alle lettere. I soggetti sono i più disparati: dai palazzi al mare, dalla natura alle immagini del conflitto… Tanti piccoli tasselli di una memoria che è stata rubata, distrutta e che ora torna finalmente in vita.
Particolare è la firma che il regista aggiunge al montaggio: un tratto di un vivido rosso che va a ricoprire intere frasi o parte dei fotogrammi, tingendo i volti delle persone e infiammando il mare, quasi a ricordare la storia di sangue che attraversa le immagini che stiamo vedendo.
Aljafari regala quindi un montaggio d’archivio che riporta a galla il passato di una storia fatta di oppressione e soprusi che sappiamo non essere ancora finita, in un atto di resistenza e memoria davvero importante.
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È A QUESTO PUNTO CHE NASCE IL BISOGNO DI FARE STORIA di Constanze Ruhm (2024)
“Ogni contatto lascia un segno”
Il lavoro della femminista italiana e cofondatrice di Rivolta Femminile Carla Lonzi è il punto di partenza del nuovo lungometraggio di Constanze Ruhm, che, come a ricomporre i frammenti di uno specchio rotto, ricostruisce la storia della violenza sulle donne e del femminismo, omaggiando figure del passato e del presente. Fondamentale è il tema della memoria e dell’importanza di preservare il passato, per costruire un futuro migliore dove ogni lotta è importante.
Come in “A FIDAI FILM” prima citato, anche qui un lavoro d’archivio minuzioso riporta in vita libri, fotografie e scritti, a cui si aggiungono interviste ad attiviste contemporanee e girati dal forte potere visivo.
Da “Le Preziose” in Francia durante il XVII secolo fino a “Non una di meno”: la storia della lotta femminile contro i soprusi e il patriarcato è lunga e variegata, e a poco a poco torna a vivere sullo schermo grazie al lavoro della regista.
Ricorrente è l’immagine dello specchio, emblema della luce che possiamo proiettare sugli altri, ma al tempo stesso fragile e se spezzato ricomponibile solo grazie all’ausilio degli altri pezzi.
Sia “A FIDAI FILM” che “È A QUESTO PUNTO CHE NASCE IL BISOGNO DI FARE STORIA” costituiscono un lavoro importante, che attraversa il tempo e rende il passato contemporaneo. Perché nelle storie altrui possiamo ritrovare noi stessi, e dal presente costruire un nuovo futuro.