“Joker: Folie À Deux”, tra identità e performance

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joker fra identità e performance

Joker: Folie À Deux, attesissimo, esce finalmente nelle sale. Arthur Fleck/Joker torna in scena con una storia d’amore raccontata attraverso un film musicale che ci dà l’occasione di riflettere su identità e performance.

La produzione

In un primo momento non era previsto un sequel di Joker, film vincitore del Premio Oscar nel 2019 con protagonista Joaquin Phoenix e co-scritto, diretto e co-prodotto da Todd Phillips. L’attore, però, sempre grazie al regista e produttore Todd Phillips, torna a vestire i panni del suo doppio ruolo da Oscar Arthur Fleck/Joker, insieme a Lady Gaga, a sua volta vincitrice del premio. Nel cast vediamo anche importanti nomi come Brendan Gleeson, Catherine Keener e Zazie Beetz. La Warner Bros. Pictures distribuirà la produzione Joint Effort nelle sale italiane a partire dal 2 ottobre 2024.

La trama

Arthur Fleck si trova nel manicomio di Arkham mentre attende il processo per i crimini precedentemente commessi come Joker. È proprio in questo momento della sua vita che incontra Lee, interpretata da Lady Gaga, e prova il vero amore. Scopre anche che dentro di sé la musica ha sempre fatto parte della sua identità. Grazie a Lee per la prima volta non si sente più solo e immagina la possibilità reale di scappare insieme a lei e costruire una vita, al di là della performance. Riuscirà nel suo intento?

Norme sociali

Viviamo tutti in una società in cui abbiamo assorbito determinate norme sociali, secondo le quali mettiamo in atto i nostri comportamenti. In base a come questi ultimi vengono percepiti dalle altre persone veniamo inseriti in categorie. Siamo percepiti come normali quando rispettiamo le norme, oppure al contrario possiamo essere considerati dei devianti, dei criminali o dei malati. In ogni caso, da noi le persone si aspettano determinati comportamenti coerenti con l’etichetta che ci hanno dato. Questo è ciò che accade al protagonista del film.

Joker, tra identità e performance

Da un lato c’è chi, anche per aiutarlo ad avere pene inferiori, intende dimostrare che il vero Arthur Fleck ha dei disturbi mentali provocati dai traumi subiti in giovane età. Se così fosse, non si potrebbe completamente considerarlo responsabile dei reati commessi in quanto Joker. Dall’altro lato, invece, c’è chi interpreta Joker come un personaggio in cui intravede una guida, un leader nella lotta ai potenti. Un personaggio, quindi, che va difeso in quanto rappresenta un simbolo. Ognuno dà un’interpretazione diversa alle maschere che il protagonista indossa in momenti differenti. Lee si convince che la vera identità dell’uomo sia quella in cui indossa il  trucco e che viene messa in scena con la performance: si innamora perciò di Joker. Ma è davvero questa la vera identità di Arthur Fleck/Jocker? Corrisponde alla performance, all’intrattenimento? Forse, invece, c’è dell’altro che va oltre le categorie in cui fino a quel momento la gente lo aveva inserito a seconda della maschera da lui indossata. C’è qualcosa che non coincide con la performance di Joker, che probabilmente fino a quel momento anche lui stesso considerava essere la sua vera identità.

Guarda il trailer

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