In ‘The Substance’ l’ossessione e le mostruosità della bellezza

0
43

(Adnkronos) – Se potessi diventare più giovane e bella usando una sostanza che crea una versione migliore di te lo faresti? E’ la domanda attorno alla quale si muove ‘The Substance’, il body horror firmato Coralie Fargeat, alla sua seconda prova, che dopo il debutto al Festival di Cannes arriva nei cinema con anteprime dal 18 ottobre e poi dal 30 in sala con I Wonder Pictures e che affronta il tema della giovinezza (e bellezza) eterna. Da Dorian Gray alle streghe delle fiabe, restare giovani per sempre o trovare un modo per fermare il tempo è un mito che da sempre ossessiona la letteratura, come Hollywood. C’è chi ha paragonato ‘The Substance’ a ‘La morte ti fa bella’, il grottesco film premio Oscar del 1992 con Meryl Streep e Goldie Hawn nei panni di due donne prossime ai cinquant’anni che ricorrono ai filtri di una strega per restare giovani in eterno. E in effetti i parallelismi ci sono tutti.  

La pellicola comincia con una stella rosa: è quella della Hollywood Walk of Fame che appartiene a Elizabeth Sparkle (interpretata da una formidabile Demi Moore), sfiorita attrice premio Oscar, che conduce un programma di aerobica in tv e che come la stella rosa sul marciapiede un tempo brillante (‘sparkling’ in inglese, – non a caso il cognome della protagonista è proprio Sparkle) ormai porta i segni del tempo e alla gente non interessa più. Il giorno in cui compie 50 anni il direttore della rete, Harvey (un Dennis Quaid in un ruolo ributtante e volgare), le dice che il suo tempo è finito. Game over. Hanno bisogno di una ragazza più giovane, di carne fresca. La donna viene a conoscenza di un trattamento misterioso, ‘The Substance’, appunto, una sostanza verde fluo che assicura di generare “una nuova versione di te, più giovane, più bella, una versione perfetta” ma che avverte: c’è solo una regola da rispettare. Sue, la sua versione giovane, interpretata dalla bellissima Margaret Qualley è in vita sette giorni e deve avvicendarsi, altri sette, alla sua ‘matrice’, per non rompere l’equilibrio. Ma l’alternanza non sarà facile. 

‘Ricorda, tu sei una’ è il messaggio che durante le due ore e venti del film viene ripetuto più volte. Ed è anche il filo conduttore della storia. La performance di Demi Moore è degna di nota. L’attrice, forse nella parte migliore della sua carriera, incarna in modo mirabile la sofferenza di tutte le donne costrette a fare i conti con il tempo: ormai ‘appassita’, si ritrova schiacciata da una società che la vuole eternamente attraente. Tutto il film ruota attorno al corpo, mostrato quasi sempre nudo sullo schermo: da un lato quello squarciato, ricucito, infettato, e poi orrendamente invecchiato di Elizabeth e dall’altro quello sodo, levigato, perfetto e persino erotico di Sue. Se ‘La morte ti fa bella’ era grottesco ‘The Substance’ è squisitamente splatter e ricco di citazioni cinematografiche che vanno da ‘Shining’ di Stanley Kubrick a ‘Carrie – Lo sguardo di Satana’ di Brian De Palma, fino a ‘Lost Highways’ ed ‘The Elephant Man’ di David Lynch, per non parlare del cinema mutante di David Cronenberg, che punteggia tutto il film. 

Ma dentro alla pellicola c’è molto altro: temi come il femminismo, il maschilismo, l’ossessione contemporanea per i ritocchini e gli orrori della chirurgia estetica, che nella sua continua rincorsa alla perfezione e a corpi impeccabili finisce per generare mostruosità. ‘The Substance’ non è una pellicola adatta a stomaci deboli, va detto, con sangue che scorre letteralmente- a fiumi ma strappa parecchie risate in sala, e al tempo stesso invita il pubblico a riflettere sull’esasperante quanto ossessiva ricerca della bellezza. (di Federica Mochi) 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here