(Adnkronos) –
Tanta emozione e anche qualche lacrima hanno accolto oggi alla Iulm di Milano Giulio Rapetti Mogol, al quale l’Università ha conferito il master ad honorem in Editoria e produzione musicale. Milanese, classe 1936, Mogol ha scritto canzoni che hanno segnato la cultura musicale italiana, ed è conosciuto e ricordato soprattutto per il lungo sodalizio artistico con Lucio Battisti. “Io sono un uomo fortunato e l’ho capito da tanti fatti – ha detto Mogol nella sua lectio, visibilmente emozionato -. Quello che cerco di fare è meritare questa fortuna. Sono cattolico e capisco che il Signore mi ha riservato una vita particolare e felice con più riconoscimenti di quanti forse ne meritassi. Questo è il momento più importante della mia vita”.
La cerimonia si è svolta presso la sede della Iulm in via Carlo Bo, ed è stata accompagnata dalla laudatio del professore e musicologo Stefano Lombardi Vallauri. Oltre al master, il rettore della Iulm Gianni Canova ha consegnato a Mogol anche il sigillo dell’università. Durante la mattinata sono state eseguite alcune delle canzoni del duo Mogol-Battisti, come ‘Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi…’, ‘Emozioni’, ‘Anche per te’, ‘Un’avventura’ e un insolito medley Michael Jackson-Battisti. Sul palco il duo Giuseppe Gioni Barbera (pianoforte e voce) e Massimo Satta (chitarra acustica), con Mogol voce recitante. L’autore ha poi fatto ascoltare ‘Dormi amore’, dedicata alla moglie e ‘Acqua Azzurra, acqua chiara’, cantata in coro da tutti i presenti, studenti e professori: “Parla di una persona di cui mi sono innamorato – ha detto Mogol -. Avevo 6 anni e lei era una bambina di 5 anni, non l’ho più rivisita”.
Tra standing ovation e applausi, a commuoversi è stato anche il rettore Gianni Canova: “E’ una giornata emozionante – ha spiegato ai cronisti a margine dell’evento – perché di fronte a canzoni come quelle Mogol-Battisti ognuno di noi ritrova pezzi e schegge della propria vita, senza differenze di cultura, genere, età e questa è la potenza della musica. Le canzoni dicono sempre la verità, come diceva François Truffaut. Da un lato abbiamo sentito la lettura sofisticata e raffinata della prosodia e della metrica dei testi di Mogol da parte di Lombardi Vallauri e dall’altro le canzoni eseguite da Mogol e cantate in coro da tutta l’aula magna. E’ stato uno dei momenti più belli del mio rettorato. Ho visto tanti fazzoletti e non era raffreddore”.
Sul palco Mogol ha raccontato la genesi di ‘Emozioni’ e poi degli aneddoti legati ad alcune delle sue canzoni più note. “‘Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi…’ è un successo dovuto a un fatto importante e cioè che la gente si mette a cantare con noi ogni volta che la intoniamo – ha spiegato Mogol -. Quando ho chiesto alla Siae di dirmi il numero di dischi che avevo venduto mi hanno risposto 523 milioni di dischi. Sono il terzo al mondo, i primi sono i Beatles, il secondo Elvis e il terzo Mogol. Oggi è un giorno indimenticabile per me e questo riconoscimento non va solo a Mogol ma alla cultura popolare, che ha il potere di alzare il livello della gente e va scelta con grande attenzione alla qualità”. Mogol ha dedicato anche un pensiero a Lucio Battisti: “Lo ricordo sempre con la chitarra in mano e quando morirò spero di incontrarlo su una seggiola, con la chitarra. Se torneremo a comporre insieme? Io ci sto” ha aggiunto sorridendo.