“Volevo essere Madame”, una commedia tragica psichedelica

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Volevo essere Madame
Lina Zirpoli e Barbara Sirtoli in "Volevo essere Madame"

Claire e Solange sono le protagoniste di “Volevo essere Madame”, commedia tragica presentata al Teatro Trastevere e riscrittura di “Le serve” di Jenet. Interpretate dalle attrici Lina Zirpoli e Barbara Sirtoli, per la regia di Lucia Ciardo, le due donne rappresentano in chiave psichedelica e contemporanea il ruolo di chi appartiene a una classe sociale bassa e desidera inconsapevolmente il proprio riscatto. Un riscatto che però non è possibile da mettere in pratica nella realtà, ma soltanto nella finzione.

Che cosa racconta “Volevo essere Madame”

La commedia tragica “Le serve” di Jenet, scritta nel 1946, si ispira a un fatto di cronaca nera realmente accaduto in Francia nel 1933. Due sorelle che lavoravano come serve presso una famiglia borghese uccisero la madre e la figlia, strappandone addirittura gli occhi. Anche in “Le serve” e in “Volevo essere Madame” le protagoniste sono le due serve Claire e Solange, che desiderano eliminare Madame, la loro padrona. Quando la ricca donna esce di casa, Claire e Solange passano il tempo interpretando l’una il ruolo della padrona e l’altra quello della serva, poi scambiandoseli, come sul set luccicante di una fiction.

L’interpretazione di un ruolo

In questo gioco Claire e Solange vivono il loro momento di gloria nell’interpretare Madame. Si sentono potenti nel vestire anche solo per un attimo il ruolo di chi ha la capacità di dominare. Nell’interpretare le parti, le due donne esprimono il loro narcisismo e la fantasia compulsiva di voler essere al centro dell’attenzione. È una recita che ha il sapore della rivalsa, del desiderio di affermazione in contrasto alla vita reale in cui appartengono a una classe sociale oppressa e destinata a soccombere. Le due serve probabilmente non hanno coscienza di sé e nemmeno coscienza di classe, ma nel loro gioco frenetico di recitare il ruolo della padrona e della serva rappresentano tutte le dinamiche proprie della gerarchia tra classi sociali.

Esistere

Le serve appartengono a una classe sociale bassa, non hanno alcun diritto di affermazione della propria identità: esistono solamente in relazione alla padrona che dà loro gli ordini da eseguire nell’immediato. D’altra parte, però, anche Madame stessa esiste soltanto in relazione a loro. Il suo essere potente e in una posizione dominante può manifestarsi solo grazie alla presenza delle due serve su cui viene esercitato il potere. Chi si trova in una posizione di superiorità può esserlo soltanto nel momento in cui è presente qualcuno su cui esercitarla. Sia Madame sia le serve esistono unicamente in relazione tra loro. Claire e Solange da un lato odiano e invidiano la padrona, dall’altro la adorano e la ammirano. Questo poiché lei permette loro di “esistere” e rappresenta ciò a cui aspirano.

“Volevo essere Madame”, un vortice

Assistere a “Volevo essere Madame” è come essere immersi in una realtà psichedelica, in una follia continua rappresentata dalle attrici in modo eccentrico e dinamico. Come in un vortice di adrenalina e disperazione, Lina Zirpoli e Barbara Sirtoli interpretano Claire e Solange mettendone in luce il desiderio di sopraffazione insieme alla fragilità. La sensazione a fine spettacolo è proprio quella di essere stati sulla giostra di un luna park, da cui si scende frastornati dopo qualcosa di folle.

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