Nick Cave si racconta a Ray D’Antoni

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Nick Cave

Nick Cave si racconta a me dal profondo abisso della sua esistenza. Il dolore della perdita di un figlio e la continua battaglia con i suoi oscuri demoni lo hanno sicuramente condotto alla totale apertura sensoriale.

Nick Cave il re del dark blues

Nick è una fusione perfetta di essenza blues, dark, rock fino a renderlo il musicista, insieme a Tom Waits più estremo e noir. Alla domanda su come percepisce la sua musica ora Nick risponde: “Ora mi sento più coraggioso! Non mi preoccupo di come verrò percepito o di quello che gli altri pensano di me. A livello musicale, ho più voglia di rischiare. Con il tempo, il dolore può essere liberatorio dal punto di vista artistico. Perché, qual è la cosa peggiore che può accadere, ricevere una brutta recensione?”. A questa affermazione accenna un sorriso, più simile ad una cicatrice sul volto che ad una risatina. Ci sono forme di dolore che si legano all’arte e creano paesaggi abissali, portandoti in zone percettive uniche. Eric Clapton può essere un esempio, dopo la morte del figlioletto Connor ha sfornato album blues grandiosi.

Mi sento curioso e vorrei sapere da Nick perché non ama più i suoi grandi eroi musicali

“Tutti gli artisti che ammiro a un certo punto della loro lunga carriera mi hanno deluso. Spesso si comportano come infedeli, tentando di deviare le persone. Ognuno di loro prima o poi mi ha alienato, confuso o insoddisfatto. Spesso non sono andati nella direzione che avrei desiderato per seguire invece i loro percorsi confusi (maledizione!) verso le loro verità. Mi sono sentito a disagio per le cose che hanno fatto, non sono stato d’accordo con ciò che hanno detto o non mi è piaciuto un loro particolare disco. Eppure c’è qualcosa in loro che continua ad affascinarmi e rendermi curioso sulla loro prossima mossa”

Nick Cave quanto riesce ad essere credente?

“Con mia grande sorpresa, ho trovato alcune delle mie verità in quell’istituzione fallibile, spesso deludente, profondamente strana e totalmente umana che è la Chiesa. A volte, questo è sconcertante per me come può esserlo per te. Ripeto la Chiesa è fallibile con tutti i suoi delitti morali ma spesso le mie sicurezze e certezze vengono da quell’istituzione”.

Nick sa che sono uno studioso appassionato delle religioni ma in particolare del cristianesimo. La mia formazione storica mi ha portato ad approfondire e ovviamente, non mi trovo in accordo con lui.

Nick lo scultore oltre che musicista di successo, continua a fare sculture, un po’ come Ron Wood con la pittura?

“Mia madre adorava quelle statuine. Saranno state il primo segnale che quel figlio in particolare aveva qualcosa da offrire al mondo. Da genitore ti aggrappi a tutto, cerchi ogni indizio che possa suggerire un’ispirazione nei tuoi figli. Arrivata a 94 anni, mia madre si sedeva sempre sulla stessa sedia davanti al televisore spento, circondata dalle mie sculture. Forse è stato questo impulso a spingermi a rifarle. Ho iniziato a collezionarle, poi ho chiesto a un amico scultore se potevo andare a trovarlo per mettermi alla prova. Il giorno in cui avevo l’appuntamento, mia madre è morta. Stavo per annullare, poi mia moglie Susie ha detto: ma che fai? Vai a lavorare. È nata così. Mi ha fatto compagnia nei due anni di pandemia. Ho un agente adesso. È ridicolo e strano, lo so”.

Felice di aver avuto riscontro dal re della musica noir. Come musicista posso dire che riesce sempre a creare grandi emozioni sia con la musica sia con i testi. Un immenso abissale artista.

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