Giordano Sangiorgi intervistato a Unplugged Playlist

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Abbiamo realizzato un episodio che rappresenta un appuntamento speciale di “Unplugged Playlist”. Infatti, è dedicato al Meeting Music Contest 2024, che è un palco importante per dimostrare il proprio talento attraverso l’esibizione di un brano inedito. L’evento è organizzato dal Meeting per l’Amicizia fra i popoli, il più grande evento culturale e giovanile d’Europa, e il Mei-Meeting delle Etichette indipendenti di Faenza, la piattaforma di scouting nazionale più importante della scena indipendente ed emergente italiana, con la partnership di Radio Bruno. Riportiamo un estratto dell’intervista realizzata da Sofia Riccaboni con Giordano Sangiorgi, fondatore del MEI.


Giordano Sangiorgi
è un manager musicale e patron del MEI – Meeting Etichette Indipendenti, cioè il movimento delle etichette musicali indipendenti italiane. Realizziamo un’intervista con Sangiorgi in occasione della nuova edizione del MEI che si terrà a Faenza, il 4, 5 e 6 ottobre 2024.

L’intervista con Giordano Sangiorgi

Dopo averlo ringraziato per la disponibilità, Sofia Riccaboni presenta il MEI – Meeting Etichette Indipendenti che avrà luogo a Faenza, il 4, 5 e 6 ottobre 2024, arrivato alla 28ª edizione, di cui Giordano Sangiorgi è fondatore.

Sangiorgi dichiara che l’anno prossimo saranno trascorsi 30 anni da quando il MEI è nato. “Siamo nati nel 1996, un secolo scorso, come Festival delle Autoproduzioni, poi nel 1997 è diventato Meeting delle Etichette Indipendenti e delle Autoproduzioni. Poi il MEI è diventato manifestazione nota, quindi l’acronimo ha preso piede e tutti e tutti lo chiamano MEI”, afferma Sangiorgi.

Sofia continua, affermando che sul palco del MEI sono passati tantissimi nomi importanti “che adesso sono nomi conosciuti, importantissimi della musica italiana… Bluvertigo, Negramaro, Diodato, che quest’anno tra l’altro riceverà un premio, se non sbaglio, proprio da voi, giusto?”. Il momento è propizio per domandare come si origina questa idea. E “come pensi che gli emergenti o comunque gli indipendenti possano avere ancora dopo tanti anni un buon riscontro in queste manifestazioni?”.

Sangiorgi afferma che “in 30 anni nel settore della musica è cambiato il mondo. La musica è uno dei settori in cui l’accelerazione, l’innovazione e il cambiamento sono tra gli elementi a più alto tasso innovativo ogni 2-3 anni”. Fa riferimento a quando “noi siamo nati nell’era del boom del CD indipendente, cioè del compact disc indipendente che si vendeva a frotte perché si faceva fatica a trovare nei negozi istituzionali. Quindi quando mettavamo tutti gli stand impartiti al MEI che lo vendevano, c’era veramente un sold out di acquisti perché tutti compravano dischi spesso difficilmente reperibili”.

La crescita dei prodotti musicali

Continua: “Siamo passati da lì agli mp3 su siti, al sistema iTunes, a MySpace, all’arrivo di Youtube e Facebook e poi fino ad arrivare ai social e alle piattaforme digitali di oggi in streaming con l’intelligenza artificiale che si sta facendo nella scena musicale di questi giorni”.

Sangiorgi, così, racconta l’evoluzione in campo musicale fino all’intelligenza artificiale. Questa è capace di creare un brano ex novo che è nella top ten, come accaduto in Germania.

Fa riferimento all’epoca in cui viviamo. Infatti, dichiara che ci troviamo davanti a “cambiamenti epocali in cui il ruolo delle piccole produzioni indipendenti legate al territorio nazionale e ai territori regionali oggi sono ancora più importanti di un tempo come patrimonio culturale di un territorio”. E dichiara cosa rappresenta ‘Spotify’. Come pure spiega la differenza tra intrattenimento e cultura musicale. E come si pone il mainstream commerciale “che invece vuole gente totalmente incapace di suonare e cantare perché quello che gli interessa è la quantità dei followers o la forza che hanno come influencer”.

Chi presenta la domanda per partecipare al MEI?

Sofia e Giordano tornano a parlare del MEI: le iscrizioni sono ancora aperte, fino al 29 agosto.

Ma come sono stati ‘pescati’ i tanti artisti sconosciuti per i quali il MEI ha rappresentato una piattaforma di lancio?

Sangiorgi afferma: “Li abbiamo pescati prima grazie alla ricchissima rete di etichetti indipendenti che autostampavano i propri cd e che ci hanno proposto i nomi da fare esibire a me e noi fra questi abbiamo avuto la fortuna di scegliere. Gli ho dato ad esempio, di scegliere Brunori, di scegliere il risotto di Ghali nel 2015, di scegliere il primo concerto dei Måneskin in assoluto fuori Roma, dove abbiamo fatto il contesto studentesco con il loro cuore essere venuti a fare un concerto”. E prosegue: “Ovviamente da un lato c’è un po’ di fiuto ma da un lato c’è anche tanta fortuna…di proposte magari ne abbiamo scartate altre…però diciamo che abbiamo una lista di nomi che esso per me è veramente significativo e importante”. Continua, affermando che ciò non sta a significare tanto le loro capacità “ma quanto il fatto che le giovani generazioni quest’anno ancora di più -abbiamo già più di 600 iscrizioni- vedono il MEI come un punto di riferimento da cui passare per esibirsi, farsi conoscere, incontrare gli altri e stare lì un paio di giorni per conoscere questo mondo”.

Cosa rappresenta il MEI – Meeting Etichette Indipendenti?

Il patron Sangiorgi racconta, quindi, cosa rappresenta il MEI, e cosa significato quei giorni a Faenza di corsi, di workshop, di formazione. Nomina la fiera del disco, il Forum del giornalismo musicale, e tanti altri eventi “che permettono a chi viene di poter toccare con mano un po’ il settore e questo tipo di mondo come sta andando adesso”.

Sofia pone attenzione ai tantissimi emergenti del MEI, “la maggior parte sono artisti emergenti per i quali Unplugged Playlist è nato…per gli emergenti che non hanno la possibilità spesso e volentieri di farsi ascoltare come invece i big mainstream di cui parlavamo”.

Cosa accadrà al MEI?

E continua: “Ci saranno dei workshop ma anche dei momenti d’incontro e la possibilità per gli emergenti di farsi notare non solo dal pubblico ma anche eventualmente da etichette, produttori, cose che magari possono portarli a essere un po’ meno emergenti, giusto?”. La risposta è: “ Sì, oppure avere un supporto nelle loro proposte perché oggi l’etichetta fondamentale è quella che ti fa fare il salto in qualità una volta che tu hai un progetto, un prodotto che è di qualche interesse, che emerge in qualche modo dalla massa di proposte che ogni giorno arrivano, anche queste incentivazioni di brani singoli che Spotify fa, 60.000 brani in Europa ogni giorno vengono caricati, questa è la schema che danno loro”.

Spiega cosa succede dato che loro cercano “da questo mare magnum…di ricavare il the best, chiamiamolo così, facendoci però aiutare da tanti”. Cosa succede?

Sangiorgi dice: “Succede che li selezioniamo insieme alle etichette indipendenti che aderiscono a piccole realtà musicali al nostro circuito di audioclub, oppure li selezioniamo insieme ai tanti contest e festival che si fanno in tutta Italia che portano il vincitore dell’ultima edizione del contest”. E continua: “Arrivano artisti che hanno già superato uno step, quello di essere piaciuti alle etichette indipendenti che li ha prodotti”.

I numeri dei generi musicali

Si parla delle percentuali dei generi musicali preferiti da chi fa musica. Ad esempio, “solo il 10-15% canta e suona la trap. Ma l’80% fanno rock band soprattutto, che è una formula che le major di piattaforme non vogliono più dare spinta a riconoscere perché è troppo costosa rispetto agli introiti che danno le piattaforme digitali perché devi mettere assieme 5 persone, portarle in studio, suonano, è troppo complicato”.

Cos’è ‘Onda Rosa Indipendente’?

Sangiorgi ci parla di ‘Onda Rosa Indipendente’. E’ una linea dedicata alle “tantissime presenze femminili, ad esempio c’è una canzone d’autore femminile che da noi è strabordante, abbiamo tantissime proposte”. Con questa si vogliono valorizzare “tutte le artiste donne sia come leader di band che come cantautrici”.

L’attenzione del patron si sofferma sull’ ‘antifolk’: “C’è moltissimo antifolk, c’è un grande ritorno del folk. Noi viviamo nel nostro territorio romagnolo un ritorno da parte di molti giovani musicisti che tornano a suonare il rush, quello ovviamente delle origini. Ma in tanti territori regionali molti giovani si ritornano alle tradizioni del territorio e anche alle canzoni pop, rock o canzone d’autore. E tanti altri generi ancora, quindi c’è la possibilità di ascoltare proprio tutti quei generi che la piattaforma digitale sta cercando…”.

Sofia pone una domanda “magari scomoda”, la definisce lei: “Se non vuoi rispondere, posso anche capirlo. Hai mai avuto pressioni da qualche major per cedere o modificare il format del MEI?”. Sangiorgi confida che nel primo periodo, nei primi dieci anni sì. “Ci sono stati vari modi di cercare di entrare, fare delle modifiche eccetera. Sempre fatto però in modo molto educato e corretto e quindi nulla da dire se non degli approcci collaborativi”, afferma. E continua che “purtroppo ho dovuto rinunciare a dei potenziali sponsor forti, penso, anche…media molto forti. Ma non ho snaturato la manifestazione che forse rischiava di diventare una sorta di Tim Summer Hits, Battiti Live. E continua: “Quel genere lì va benissimo…però noi facciamo un’altra cosa. Noi cerchiamo di sviluppare l’arte musicale, la curiosità, la competenza”. E continua: ancora “la professionalità, la capacità, l’innovazione, l’intuizione di nuove strade musicali, l’innovazione nei testi, nel messaggio, la contemporaneità di stili, genere e musiche”.

I giovani emergenti

Afferma Sofia: “In questo periodo mi sono occupata insieme a Donatella di un paio di festival di musica, concorsi e festival di musica dove abbiamo notato tantissimi giovanissimi che si affacciano a questo mondo, ragazzi, ragazzini, a volte anche molto piccoli che hanno la passione per il canto e hanno fondamentalmente per fortuna una famiglia che li supporta in questo percorso. Come vedi tu il futuro per questi giovani che iniziano ora e che si trovano in questo mondo dove le major e i monopolisti fanno un po’ il bello e il cattivo tempo?”.

Sangiorgi risponde con un plauso alle famiglie “perché le famiglie che sostengono i giovani che intraprendono un’attività musicale seria per studiare la musica approfondirla e proporla in modo serio, vanno sostenute e incoraggiate, lo dico per esperienza diretta”.

Nuova musica con la generazione Z

Infatti, Giordano Sangiorgi ha prodotto l’orchestra dei Santa Balera. Si tratta “della generazione Z del disco che ho portato a Sanremo a omaggiare i 70 anni di ‘Romagna Mia’. E quindi questa intuizione di un’orchestra di età sotto i 18 anni mi ha messo in rapporto con la realtà familiare e ho trovato realtà straordinarie da cui poi fuoriescono questi giovani che sono dei propri artisti e suonano gli strumenti già in modo magistrale a 15-16 anni”.

Ancora, le tematiche di queste intervista spaziano dai giovanissimi che possono registrare e far uscire il proprio brano su Spotify, su Youtube senza neanche farsi vedere da nessuno né andare su nessun palco. Così come tra i primi posti in classifica, troviamo persone che non hanno idea delle basi principali, delle minime basi musicali, “questo credo che sia gravissimo perché poi porta a una deriva sempre più degradante dove la musica ogni giorno rischia, rischia di peggiorare”, è la denuncia di Sangiorgi.

Arrivati ai saluti, Sangiorgi nomina gli ospiti del MEI il 4, 5 e 6 ottobre a Faenza “una tre giorni, tutto è gratuito veramente da vivere fino in fondo”.

E’ possibile ascoltare e vedere di seguito l’intervista podcast realizzata con Giordano Sangiorgi da Sofia Riccaboni per Unplugged Playlist, proprio in occasione del Meeting Music Contest e del MEI di Faenza.

Videointervista con Giordano Sangiorgi

Per ascoltare l’intervista: https://open.spotify.com/episode/4ncGSxJMKrqyedaDm42Bu7?si=719334678df24499 https://www.spreaker.com/episode/unplugged-playlist-speciale-mei-intervista-a-giordano-sangiorgi–61107259

Contatti

https://www.dailyshowmagazine.com/2024/08/23/intervista-con-samuela-finalista-al-meeting-music-contest-2024

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