Il Rock: la sua forma, la sua fama e il suo fuoco

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Il Rock

Il Rock ha una sua forma, una sua fama e fame per non parlare del suo inestinguibile fuoco. Ama ammaliare e sconvolgere, ti chiede l’anima per schernirla dei suoi piaceri e se non siamo accorti anche dei suoi dolori.

Una sua forma?

Quando lo inventarono, quasi sicuramente senza rendersene conto, espressero da subito intenzioni amorevoli per i sensi degli amanti del genere. Spesso, nel suo nascere, il suo linguaggio era lisergico, psichedelico ed estremo. Elvis, come Jerry Lee o Chuck Barry evitarono da subito fraintendimenti: non era musica per deboli di cuore né tanto meno per pretucoli pentacostali. Chiarirono da subito che il famoso ‘Shakin’ Goin’ On’ di Jerry Lee Lewis si riferiva ad un altro movimento. La musica si diffondeva nello stomaco di chi ascoltava, solleticando intenzioni e voglie estreme. Le bambine urlanti per Elvis, non urlavano soltanto per il ritmo e per la negritudine che i 12 ottavi diffontevano nelle sale, ma per il movimento che il Re aveva fornito alla traduzione di quella musica.

E poi…

E poi non si fermarono più! The Who, a loro ho sempre attribuito i connotati del Rock. Loro non avevano mezze misure. Il loro linguaggio era talmente solido che nessuna band riusciva a riprodurlo con così tanta violenza e classe allo stesso tempo. Baba O’Riley e il loro capolavoro: “Mi sono rotto la schiena per vivere, non ho bisogno di combattere. Per provare che ho ragione non ho bisogno di essere perdonato“.

Il messaggio viene da dentro, sparato come un proiettile nel vuoto. Come la strada desertica dei Doors o il loro devastante fuoco acceso dalla passione lisergica del sesso e del piacere. Ci si fonde con il vuoto e il suo Spirito fino a divenire viaggio tossico. Ma la tossicità è sempre necessaria nel mondo del rock? Il linguaggio del rock è lisergico in tutte le sue forme, che sia rock and blues o folk rock o punk rock, il suo linguaggio cerca il suo meraviglioso estremo! Spesso è poetico, quanto basta per divenire psichedelia assoluta. “Questa è la fine, bellissima amica. Questa è la fine, mia unica amica, la fine di nostri elaborati piani, la fine di ogni cosa che resiste. C’è il pericolo ai margini della città
Prendi l’autostrada del re, piccola. Strane scene all’interno della miniera d’oro. Cavalca il serpente, verso il lago, l’antico lago
“.

Il Rock ha una sua forma?

Scoprirai la scelleratezza che passa atraverso la meraviglia rappresentata dai Led Zeppelin: fusione mistica di sperimentazione spirituale e rock lisergico, amo questo termine ‘ lisergico’ da al rock il giusto volto. Connotati che si allontanano dalla usualità diventando realtà espansa in un tempo dilatato. “Ehi, ehi, donna dicono che il modo che hai di muoverti. Ti farà sudare, ti farà divertire. Oh, oh, piccola, come lo scuoti.
Ti brucerà, ti morderà. “Ehi, ehi, bimba, quando cammini in quel modo! Guardo il tuo succo che cola, non posso starne lontano. Devo rotolare, non posso stare fermo. Ho il cuore in fiamme, non posso riempirlo. Occhi rosso fuoco che splendono. Sogni di te nella mia testa“. Così, come in un abbraccio docile, il suo linguaggio diviene sensuale e totalmente carnale. Così cantavano in black Dog i Led Zeppelin, aprendo una percezione nuova: la libertà dei sensi.

Ma i passaggi sulla macchina del rock?

Il rock crea tanti stravaganti figli, alcuni dispersi in qualche nuovo villaggio, altri alla ricerca di un suono più complesso, quasi fosse ‘suono della creazione’. Il punk rock per esempio, potrei dire che i padri di questo linguaggio siano stati proprio gli Who. Di questo ne sono estremamente convinto, Il punk rock cerca una comunicazione più tagliente ed estrema ma senza perdere l’essenza dialettica. Gli argomenti sono estremamente profondi se prendiamo a pretesto i Clash. Infatti non dobbiamo cadere nel tranello che più è duro il linguaggio e meno troviamo passione e amore, sarebbe una visione bucolica e non realistica. “Cara tu devi farmi sapere se devo restare o andarmene se mi dici che sei mia
staró qui fino alla fine. Quindi, devi farmi sapere se devo restare o andarmene sempre prove, prove, prove sei felice quando sono sulle ginocchia…
“.

Ma tra i tanti viaggi? Il Rock ha una sua forma

E all’improvviso potremmo trovarci ad essere contaminati di riferimenti classici in un mondo rock disperso nel folk. Loro si chiamavano Jethro Tull! Ian Anderson è l’emblema del leader band perfetto. Forse il più grande flautista di tutti i tempi si misura con successo anche come polistrumentista. I Jethro sono la perfetta fusione di un mondo rock che perde i propri confini per espandersi senza soluzioni di continuità. Il loro capolavoro viene devinito in Aqualung, un album meraviglioso che in parte mi fa essere d’accordo con chi lo definisce tale ma, dal mio punto di vista, il loro manifesto e capolavoro è Thick as a brick. Si varcano i confini del rock signori! Anderson va ad attingere alla sua formazione classica e al folk scozzese, sempre pregno di elementi naturalistici e fiabeschi. L’occhio sempre vigile verso le malefatte della nobiltà britannica, come indica il testo di Thick as a Brick. “Sono sceso dalla nobiltà per migliorare i vostri modi rozzi, mio padre era un uomo potente a cui tutti obbedivano e allora, attenti, razza di criminali! Vi metterò a posto proprio come ho fatto con il mio vecchio… con venti anni di ritardo.
Il vostro pane e acqua si sta raffreddando I vostri capelli sono corti e puliti. Vi giudicherò tutti e mi assicurerò che nessuno mi giudichi.”.


Insomma, il Rock nella sua essenza è un viaggio lisergico e psichedelico senza una fine, in quanto psichedelico non puù avere una determinazione di confine.


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