Intervista al cast maschile de “Il tempo è ancora nostro”

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Durante la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia abbiamo avuto la possibilità di incontrare il cast del film “Il tempo è ancora nostro“. Ecco la trascrizione dell’intervista fatta in un bel pomeriggio di sole con il regista Maurizio Matteo Merli, e gli attori Ascanio Pacelli, Andrea Roncanto e Miguel Gobbo Diaz.

D- Abbiamo praticamente quasi tutto il cast al completo. Allora, raccontatemi un po’ questo film. Chi comincia? Partiamo dal regista Com’è stato lavorare con lui? Con Andrea.

R- Dovresti chiedere com’è stato per Andrea lavorare con me visto che comunque Andrea è un mostro sacro del nostro mestiere. Lo sto lisciando per il prossimo perché mi ha promesso uno sconto sul compenso. A parte gli scherzi, è stato un piacere. Ci conosciamo anche perché abbiamo lavorato insieme come attori. Per Andrea avevo un affetto particolare perché girò un film con mio papà e quindi pensavo fosse proprio giusto. Con Ascanio, oltre a essere una persona che conoscevo di vista, ho approfondito questa conoscenza che è diventata un’amicizia. Per me era il rappresentante giusto del mondo del golf visto che il film parla anche di golf. Secondo me Ascanio poi era uno di quei personaggi che ancora aveva qualcosa da esprimere invecchiando, artisticamente parlando. Ha un bellissimo viso anche con delle rughe estremamente interessanti. Pensavo che abbinare lo sport e un film sociale potesse essere la chiave oltre che per l’Italia anche per renderlo un prodotto interessante all’estero.

D- Ascanio com’è stato lavorare in questo film?

R- Una figata! Questo film è durato due anni, è stato un viaggio che ho fatto con Maurizio. Io all’inizio ho detto questo è un pazzo, io non sono un attore. E questo è un film sul golf, che tutti pensano sia quello degli anni 70-80. Invece ha creato una storia dove ho capito che c’era tanto della sua vita ma anche un po’ della mia. Questo a me è piaciuto molto. Siamo stati veramente due amanti. Io non conoscevo la dinamica, non capivo perché questo film non riusciva a partire. Però adesso posso solo ringraziarlo perché trovarsi a Venezia con questi attori così importanti e poter condividerecon la mia famiglia l’emozione di essere protagonista di un film è qualcosa di incredibile. E la cosa più bella di tuttoè stato quando mi ha detto vieni a vedere il film a casa mia. Ci siamo messi con lui una mattina, io ho pianto per 10 minuti perché era tanta l’emozione di vedere finalmente completato un’opera che è straordinaria veramente straordinaria.

D- Michele l’antagonista. Questo ruolo è stato molto importante nel film, come l’hai affrontato?

R- L’ho affrontato innanzitutto allenandomi tutti i giorni anche la notte. Perchè non avevo mai preso un bastone da golf in mano. Mi sono allenato come un professionista perché alla fine il mio personaggio è un professionista di golf ed è stato bellissimo perché mi ha fatto innamorare di questo sport. Mi ha fatto capire quanto sia importante farlo conoscere anche alle altre persone. Perché si pensa che sia uno sport per ricchi che nessuno può permettersi: un abbonamento da 350 euro annuali è sufficiente per giocare. Quindi io posso dire che ormai non la smetto più di giocare. E gioco grazie a questo film che Maurizio ha creato, scrivendo una storia meravigliosa. Sono curioso di vederlo perché io sono l’unico che ancora non l’ha visto.

D-Andrea, tocca a te.

R- Ciao. Allora hanno già detto tutto. A casa mia purtroppo l’unica che aveva già preso il bastone in mano è stata mia madre quando ero piccolino. Non avevo mai saputo che mia madre era una golfista. Adesso l’ho capito. Mi è piaciuto fare un film con gente umile, con gente che ama quello che fa, con gente che ama il lavoro, il golf, la regia. L’hanno fatto tutti con tanto tanto amore per questo lavoro. Io, che sono tanti anni che lo faccio, sono stato quasi commosso da questo loro amore. Perché amano una cosa che io amo da una vita. E li ho seguiti, li ho amati. Io gli voglio bene, sono diventati parte della mia vita e soprattutto hanno fatto un film che io sono orgoglioso di aver fatto. A prescindere dalla bellezza delle inquadrature, dalla bravura degli attori, è il messaggio che lascia. E forse sto invecchiando, forse mi commuovo più facilmente, ma credo che ci vorrebbero di più di questi messaggi al cinema per i giovani e per il mondo che ci circonda. Forse ci sarebbero meno guerre, meno casini. Sarebbe un mondo più bello se risolvessimo le cose con lo sport, con l’amore, con l’amicizia e con tutte queste cose.

Nota a fine intervista del regista: Grazie anche a Federazione PGA ci teniamo a ringraziare un attimo dei partner istituzionali la FIG la PGA la Banca del Fucino tre sponsor istituzionali che ci hanno dato una grande mano

Foto di Giuseppe Esposito


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