Muestra de Cine Mexicano: immergersi nella cultura messicana

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muestra de cine mexicano
Muestra de Cine Mexicano

Nelle giornate di venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 ottobre la Casa del Cinema Villa Borghese ha ospitato la Muestra de Cine Mexicano. Si tratta dell’unico spazio in Italia dedicato interamente al cinema messicano ed è ideata, diretta e organizzata da Cecilia Romo Pelayo. Giunta alla quinta edizione, quest’anno ha il privilegio di avere come ospite d’onore la cineasta e produttrice Bertha Navarro, figura chiave del cinema ibero-americano a livello internazionale. La cineasta è considerata l’artefice di molte carriere che hanno cambiato la cinematografia contemporanea in Messico e all’estero. Grazie a lei il cinema messicano ha assunto una posizione maggiormente rilevante sulla scena internazionale, di cui i messicani ne vanno fieri.

Immergersi nella cultura messicana

La Muestra de Cine Mexicano ha lo scopo di far immergere completamente gli spettatori nella potente cinematografia messicana e di permettere di toccare con mano la cultura, la storia e l’attualità della nazione. Vuole far scoprire “l’altro magnifico cinema messicano” a Roma. Si tratta di fare cinema sperimentale, di dare spazio alle caratteristiche più profonde della cultura messicana, che spesso in Italia ignoriamo.

Deja lo que te espanta

Durante il festival sono stati presentati diversi cortometraggi e lungometraggi sui temi più disparati. “Deja lo que te espanta” è uno dei cortometraggi: dà la possibilità alle donne delle comunità indigene di emergere, di far conoscere le proprie storie. Una donna ricorda le parole delle sue antenate, guerriere riunite per lasciare impresse le loro parole nel servizio comunitario. Ciascuna di loro vive nella vita quotidiana difficoltà diverse che connettono il loro essere donne, madri, mogli, parti della comunità con uno ruolo specifico.

Camarera de piso

“Camarera de piso” è un altro cortometraggio che indaga la questione femminile in Messico. La protagonista è vittima di violenza domestica e desidera guidare i figli verso un luogo sicuro. Lavora come cameriera in un albergo ed è continuamente sorvegliata: le è vietato utilizzare il telefono durante l’orario di lavoro, ma è l’unico modo che ha per restare in contatto con i figli, vigilare su di loro e cercare di portarli in salvo dalla condizione di violenza in cui costantemente vivono. Un cortometraggio crudo, che con scene dinamiche fa provare anche allo spettatore la paura con la quale costantemente vive chi è vittima di violenza.

Hasta los huesos

Il cortometraggio “Hasta los huesos” ci permette di conoscere qual è lo sguardo attraverso cui i messicani interpretano la morte. La morte è ciò che spaventa, che terrorizza, ma anche ciò che offre momenti di comicità e divertimento. È una possibilità di godersi la vita. Il corto racconta infatti, attraverso dei personaggi di animazione, la storia di un uomo che arriva nel mondo dei morti. Viene accolto da un verme e lentamente si scioglie fino a diventare uno scheletro, come tutti coloro i quali incontra nella sua nuova realtà. Sono scheletri sorridenti, che si divertono: tutti festeggiano, ballano, cantano e “si godono la vita” o, meglio, la morte. Il protagonista scopre così che essere morto non è poi così male.

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