(Adnkronos) – Se molti scelgono di lasciare il Sud, i Manetti bros. ci ritornano. E lo fanno con ‘U.S. Palmese’, presentato oggi alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Una storia sui sogni, anche quelli impossibili, attraverso la squadra di calcio di Palmi, una piccola cittadina della Calabria. “Con questo film vorremmo far sì che il Sud Italia possa guardarsi con altri occhi e smetterla di sottovalutarsi”, dicono i Manetti bros. nell’intervista all’Adnkronos. Il Sud, secondo i registi, “ha questa forma di autoflagellazione per cui si parla sempre e solo dei suoi mali. I problemi ci sono – ammettono – ma se si mostrano solo quelli si spopola”. Chi va via “poi la mancanza la sente”.
È il caso “di una nostra amica, che sta lasciando Palmi. Si è commossa – raccontano i registi – pensando a quanto gli mancherà la sua terra”. Ad essere tornati alle radici non sono solo i registi di ‘Ammore e malavita’ ma anche il cast, a partire da Rocco Papaleo, nato in provincia di Potenza, e Giulia Maenza in provincia di Palermo. Nel film interpretano padre e figlia: lui ha un sogno, quello di risollevare le sorti della Palmese, lei non ama il calcio e vorrebbe che mollasse la mobilitazione per trovare i fondi per ingaggiare Etienne Morville (Blaise Afonso), giocatore di Serie A, accecato dalla fama, ma tra i più forti al mondo. “Io sono nata in un paese più piccolo di Palmi e mi rivedo in Concetta. Come lei anche io ho avuto dei desideri troppo grandi per il posto in cui sono nata. Credo che sia necessario mostrare come la passione ti spinga al cambiamento”.
Da Papaleo un verbo da tenere a mente: “Decentralizzare. In questo momento nel nostro immaginario manca la bellezza dei paesi, che continuano a svuotarsi. Invece noi mostriamo che ci si può vivere alla grande”, dice l’attore di ‘Basilicata Coast to Coast’. Il film comincia con il racconto del mondo del calcio moderno, sempre più business, spettacolo e sempre meno sport. “Accade anche nel cinema”, dicono i registi. “Per esempio, il cinema americano si sta un po’ perdendo perché continua a ripetere se stesso, i successi dell’anno sono gli stessi dell’anno precedente”. A non perdere la loro identità sono proprio i Manetti, che provano a non tradire il loro cinema “liberando la fantasia e seguendola fino dove arriva. Rinnovarsi è una sfida, ma anche un rischio. Infatti, i distributori e i produttori rischiano poco e non solo in Italia. Ed è per questo – proseguono – che il cinema è tutto uguale”. Nel calcio “se non si è mossi dalla passione non si va da nessuna parte”, conclude Papaleo.