Non è raro imbattersi in persone che hanno fatto della musica la propria passione, ma quando questa passione emerge da una carriera in un settore apparentemente distante, come il software, la storia diventa decisamente affascinante. È il caso di Giuseppe Verrini, che dopo una lunga carriera manageriale presso grandi multinazionali come IBM e Adobe, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla sua più grande passione: la musica. Sono tante le cose che mi ha detto e fatto sentire, alcune sono state esperienze da pelle d’oca e brividi. Cercate Giuseppe su Facebook e scroprirete un mondo.
Dall’ufficio alla musica: una transizione naturale
Giuseppe racconta di aver sempre coltivato la passione per la musica, ma è solo nel 2010, quando lascia il suo ultimo incarico in Adobe, che decide di dedicarsi completamente a questo mondo. “Ho sempre amato la musica, ma era difficile conciliarla con la mia carriera. Quando sono uscito da Adobe, ho finalmente avuto il tempo per concentrarmi su quello che mi appassionava di più”, spiega.
Scrivere di musica: dalle recensioni ai collezionisti
La svolta arriva quando diversi magazine musicali iniziano a chiedere a Giuseppe di scrivere per loro. Tra questi, Buscadero e Mescalina. Scrivere di musica si trasforma da hobby a lavoro, ma sempre mantenendo una dimensione di divertimento e passione. In parallelo, Giuseppe si lancia nel collezionismo di dischi, diventando un esperto in materia e organizzando mostre e premi musicali. Giuseppe si è anche cimentato come consulente per Sony, aiutandoli a scegliere quali dischi ristampare, anche se ammette che “non sapevo da che parte iniziare, non avevo le copertine!”. Con l’orecchio sempre teso alle novità, Giuseppe Verrini continua a scoprire artisti da tutto il mondo. Tra le sue recenti scoperte c’è Daniel Norgren, un artista svedese, poco conosciuto in Italia, che è esploso grazie alla colonna sonora del film Le otto montagne. “Ascolto circa 150 dischi al mese e scopro sempre qualcosa di nuovo. È incredibile come la musica continui a sorprendermi”, racconta entusiasta.
La musica come strumento di condivisione
Una delle cose che Giuseppe apprezza di più è la condivisione del suo patrimonio musicale. “Condivido tutto quello che so, non ha senso tenere per me informazioni o dischi rari. Se gli altri fanno lo stesso, ne usciamo tutti arricchiti”, spiega. Questa filosofia di condivisione si applica non solo alla musica, ma anche alle interviste che conduce. Conoscendo a fondo le discografie degli artisti, Giuseppe è in grado di fare domande diverse dal solito, creando conversazioni profonde e interessanti.
Il mondo della musica e il futuro del collezionismo
Guardando al futuro, Giuseppe rimane ottimista sul potenziale del collezionismo musicale e della scoperta di nuovi talenti. Con un vasto archivio di dischi autografati, che supera i 2.000 pezzi, e una continua voglia di imparare, Giuseppe continua a portare il suo contributo alla comunità musicale. Anche se il mercato dei dischi fisici sta cambiando, per lui resta importante il valore tangibile di un album e la sua storia.