Festa Cinema Roma, James Franco torna al cinema: “‘Hey Joe’ è la mia rinascita”

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(Adnkronos) –
“‘Hey Joe’ è la mia rinascita, è stato un regalo che non mi aspettavo”. Così all’Adnkronos James Franco, che torna al cinema da protagonista nel film di Claudio Giovannesi, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Per l’attore rappresenta non solo il primo film italiano, ma anche il ritorno sulle scene dopo una lunga pausa: in pieno #MeToo, il movimento femminista contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne, la reputazione di Franco è stata travolta con le accuse di condotta sessuale inappropriata mosse da alcune ex studentesse della scuola di recitazione Studio 4, che ha diretto dal 2014 al 2017. Nel 2021 ha ammesso di aver avuto rapporti con alcune di loro, accettando di pagare 2,2 milioni di dollari di risarcimento.
 

Franco in ‘Hey Joe’ interpreta Dean Barry, un veterano americano che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la Seconda Guerra Mondiale. E questo lo spinge a ritornare in Italia, a Napoli – dove l’attore ha passato molte settimane per le riprese – per conoscere suo figlio. Dean vorrebbe recuperare venticinque anni di assenza, ma suo figlio ormai è un uomo, è cresciuto nella malavita, è stato adottato da un boss del contrabbando e non ha nessun interesse per il padre americano. “Sono sicuro che ci siano tante storie come questa nella realtà”, dice Franco, affascinato “dal ritorno di questo soldato per uno scopo diverso, credo che ci sia qualcosa di molto poetico”. Dean Barry “è un uomo che ha combattuto tre guerre (oltre il secondo conflitto mondiale ma anche la guerra del Vietnam e la guerra di Corea), è figlio di un uomo che è nato in una situazione in cui le donne offrivano il loro corpo ai soldati per fame e soldi. E questo succede anche oggi – fa notare Giovannesi all’Adnkronos – perché la guerra la fanno gli uomini ma la subiscono le donne e figli sui quali le conseguenze della guerra hanno un impatto”. 

Oggi “non abbiamo consapevolezza della guerra perché viene rimossa dalla mente, guardiamo immagini di conflitti in televisione mentre si mangia. E, quindi, la viviamo come uno spettacolo tragico che non ci coinvolge – prosegue Giovannesi – lo viviamo senza empatia, come molti fenomeni tragici, tra questi l’immigrazione”, conclude il regista. Il film è anche l’occasione per rivolgere lo sguardo sulle prossime elezioni presidenziali, ma Franco preferisce sviare la domanda: “non so quale sia il futuro dell’America. Ho trascorso molto tempo in Europa tra Italia e Francia. Mi piace stare qui, quindi non so cosa succederà”. 

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