L’arte creata dall’AI è sacrilega?

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Chi non ha visto l’immagine del Papa con un bomber bianco? Qualcuno l’ha scambiata per un’immagine reale e solo dopo ha scoperto essere una creazione dell’intelligenza artificiale. Ma non solo questa immagine ha creato discussione. L’arte generata dall’intelligenza artificiale si è rivelata un concetto controverso e le domande relative all’etica, al copyright e alla minaccia esistenziale alla creatività continuano ad essere al centro del dibattito.

L’AI e la religione

Se molti designer non esiterebbero a definire sacrilega l’arte dell’IA, alcuni teologi cercano di spiegare perchè quando si parla di religione la cosa si fa ancora più complicata. In una intervista rilasciata alla testata Creative Blog, il teologo e storico dell’arte Robin M. Jensen spiega come approcciarsi all’impatto della tecnologia sull’arte religiosa e se questa arte dell’IA possa essere considerata sacrilega.

Secondo il suo punto di vista, il termine “sacrilego” potrebbe sembrare un’esagerazione quando si parla di IA nel regno dell’arte. Anche se molti esempi di “arte sacra” possono essere considerati eretici e persino blasfemi da alcuni, ma non da altri. Quindi, nel pensiero di Jensen, la questione più importante potrebbe essere incentrata sul modo in cui gli spettatori reagiscono se credono che l’opera sia generata da robot piuttosto che dall’uomo. Quindi sarebbe più intteressante concentrarsi sulla ricezione dell’opera e non sul modo in cui è stata creata. Ciò che conta di più per rispondere a questa domanda è il suo impatto sull’esperienza spirituale personale dello spettatore.

L’importanza della collocazione

Uno degli aspetti da tenere presente nella valutazione etica di un’opera è la collocazione dell’arte religiosa, perchè questa influenza in modo significativo il coinvolgimento delle persone e il modo in cui ne sono influenzate. Che sia esposta in una chiesa, in un museo o in uno spazio virtuale, l’ambientazione può alterare profondamente il modo in cui gli spettatori percepiscono il suo significato spirituale e la profondità della loro esperienza.

Secondo uno studio condotto dal Templeton Religion Trust, la percezione dell’arte cambia in base ai fattori ambientali che coinvolgono l’osservatore e ne formano il ricordo dell’opera stessa. Ciò suggerisce che l’ambiente in cui è esposta l’arte religiosa può avere un impatto significativo sulla percezione e sull’interpretazione del suo significato spirituale da parte dello spettatore.

L’esperienza sprituale e i tipi di arte religiosa

Le qualità estetiche e le caratteristiche stilistiche dell’arte religiosa, indipendentemente dal suo soggetto (o dalla sua mancanza), giocano un ruolo cruciale nel plasmare le esperienze spirituali individuali degli spettatori. La ricerca ha evidenziato che sia l’arte religiosa tradizionale che quella astratta possono coinvolgere gli spettatori in modi unici. Ma i soggetti trascorrono più tempo a guardare gli oggetti astratti e riportano un effetto più forte rispetto ai pezzi più tradizionali. Ovvero le persone ricordano meglio gli oggetti non figurativi rispetto a quelli pittorici.

L’uso della tecnologia per determinare il modo in cui l’arte religiosa viene vissuta e compresa

La tecnologia facilita l’esplorazione del modo in cui gli spettatori percepiscono, comprendono e rispondono emotivamente all’arte religiosa. Offre preziose intuizioni sul significato spirituale dell’arte e approfondisce la nostra comprensione del suo impatto sugli individui. La tecnologia è, di conseguenza, un potente strumento per migliorare lo studio dell’arte religiosa e approfondire la comprensione del suo impatto sugli individui e del modo in cui si rapportano ad essa.

Come è cambiato il ruolo dell'”autenticità” dell’arte a seguito dei progressi tecnologici

Il dibattito sull’autenticità dell’arte generata dall’IA, in particolare per quanto riguarda la possibilità che l’IA possa essere vista come una forma di plagio per l’uso di arte esistente senza accreditare le fonti originali, è molto acceso. La tecnologia ha ridefinito la nostra interpretazione dell’autenticità, enfatizzando la natura immersiva e interattiva delle esperienze degli spettatori.

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